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Conoscete la HAT? Quest anno al più grande evento adventouring internazionale Interphone era presente con un team speciale.
3 i fantastici rider che hanno affrontato polvere, curve, sentieri offroad, guida in notturna e anche qualche piccolo imprevisto.
Insieme a SasaPlanet, Marco Cappelli e Simone Di Grande, i due rider selezionati grazie al contest in collaborazione con moto.it e HATseries, hanno scaldato i motori e assaporato tutto il percorso guidati dalla loro passione in compagnia dei nostri interfoni, per vivere l’evento con il massimo divertimento e la massima sicurezza.
La HAT è un viaggio-avventura no-stop di due giorni, su strade montane prevalentemente sterrate, seguendo tracce GPS. Le moto ammesse sono le maxi touring-adventure dal peso non inferiore ai 150 kg. Senza il confronto diretto con il cronometro, l’obiettivo è godere dei percorsi, dei paesaggi e delle bellezze naturali, in compagnia di amici con cui condividere la stessa passione.
Il nostro team ha partecipato alla Hat Classic, 550 km di percorso, partendo da Sanremo alle 10.00 di Sabato arrivando a Sestriere alle 12.45 di Domenica.
Ma ora, conosciamo meglio i nostri piloti…
Sasaplanet: per Salvatore di Benedetto i viaggi sono decisamente pane per i suoi denti. In 13 anni ha percorso le strade di 81 paesi in 4 continenti per un totale di quasi 300mila km. Una passione nata a 15 anni quando suo padre gli comprò la sua prima Aprilia Rs 50.
Marco Cappelli: guzzista nel cuore ktiemmista di necessità, in 20 anni di moto ha viaggiato per gran parte dell’Europa appassionandosi ai viaggi in fuoristrada e wild camping. È uno degli admin della community “il 6% che va in moto tutto l’anno” che ha come fine il promuovere il viaggio come scoperta e crescita interiore.
Simone Di Grande: 24 anni e un’immensa passione per le due ruote, tanto da farne anche un lavoro nella storica concessionaria Moto Guzzi di Parma - Guareschi Moto, dove si occupa di vendita e social media. Dalla passione per i viaggi in moto ha creato la sua pagina social, il motociclista in viaggio, dove condivide gli itinerari di tutti i motociclisti.
Al nostro magico trio, si è aggiunto anche Federico Maretta, detto “il Marret”, le sue passioni sono due: la pallavolo che è anche il suo lavoro e la moto.
Per alcuni era la prima volta, per altri no, ma l’adrenalina della partenza e l’emozione mista stanchezza all’arrivo sono quelle belle sensazioni che sembrano sempre nuove.
Dopo gli ultimi preparativi allo stand, come l’inserimento della traccia e l’abbinamento dei vari Interphone, i nostri ragazzi dopo essersi incitati a vicenda sono partiti da Sanremo per arrivare a Sestriere tra strade polverose, piccoli break e poche ore di sonno tra i boschi.
All’arrivo a Sestriere il bel passaggio nel podio che fa sentire un po’ tutti campioni.
Se è vero che la HAT non è una gara competitiva, è anche vero che è una competizione tosta che richiede preparazione e esperienza, portarla a termine è sempre un successo personale e i nostri ragazzi hanno varcato l’arrivo già nella mattina del 5.
Per poi lasciare andare tra birra, risate e un po’ di focaccia tutta la tensione e la stanchezza accumulata e scambiare con gli altri partecipanti all’evento le prime impressioni.
I nostri rider hanno percorso 550km sempre connessi con i nostri interfoni, per condividere indicazioni, imprevisti sul percorso, battute e comunicare prontamente in caso di bisogno. Un esempio?
Quando il nostro Sasaplanet ha forato una gomma o Simone è andato fuori strada, grazie ai loro interfoni bluetooth montati sui caschi hanno avvisato immediatamente il resto del team che ha potuto fermarsi, attendere e dare assistenza ai due compagni.
Grazie alle loro caratteristiche i nostri prodotti per la comunicazione in moto risultano l’accessorio perfetto anche per eventi di questo tipo, non solo perché permettono la connessione tra più rider, ma anche per l’ottima durata della batteria e l’impermeabilità.
" La tecnologia avanza, alcune cose sono state recepite ormai di buon grado altre ancora sembrano ostici orpelli da stregoni. Per i motociclisti ci sono centinaia di gadget superflui, ma alcuni dopo averli usati una volta diventano una necessità sia per la sicurezza che per il divertimento. E’ questo il caso degli interfono. In un evento come la Hat ci si rende ancora più conto di quanto siano utili; grazie alla tecnologia mesh non bisogna perdere tempo con il manuale per la sincronizzazione, basta schiacciare un tasto e il gruppo può parlare, anche con interfoni di altre marche, ma con tecnologia simile. Se si vuole ascoltare la musica basta chiedere all’assistente vocale del cellulare di farla partire; su iPhone “Hey Siri” senza schiacciare nulla anche durante una connessione intercom e la musica andrà in sottofondo alla conference. Stessa cosa se abbiamo bisogno di aiuto ci permette di fare una telefonata senza togliere le mani dal manubrio. In tutte le 20 ore e i circa 550km percorsi non abbiamo mai smesso di parlarci, raccontandoci ai nostri compagni conosciuti poche ore prima, forti dell’emozioni di essere li insieme. Abbiamo riso degli errori, ci siamo entusiasmati dei passaggi fatti bene, siamo rimasti affascinati dei panorami, abbiamo fatto sorpassi aiutandoci. Abbiamo comunicato e quelle 20 ore sono volate lasciandoci tanti ricordi e nuovi amici con cui non vediamo l’ora di tornare presto in sella." MARCO CAPPELLI
Ringraziamo la nostra Interphone Crew per questi fantastici giorni all’insegna dell’offroad e delle due ruote… ma non siamo pronti a mettere la moto in garage, giriamo solo la chiave per spegnerla e prepararla per la prossima avventura.
E che dire…HAT, al prossimo anno!
Seguite i nostri ragazzi sui loro profili Instagram per non perdere nessuna delle loro avventure:
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@marco_seipercento
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